Vendemmia 2020, quante stelle?
Lo abbiamo chiesto a…Maurizio Bottura, Responsabile dell'Unità Viticoltura della Fondazione Edmund Mach

Pojer e Sandri

Come è stato l’andamento vendemmiale sotto l’aspetto climatico?
Piuttosto complicato, nel senso che ci sono stati parecchi episodi piovosi che hanno contraddistinto l’epoca vendemmiale soprattutto alla fine di agosto (dal 28 al 30 agosto) in pochi giorni sono caduti parecchi mm di pioggia e questo ha dato inizio ad una serie di problematiche relative alla sanità delle uve stesse.

 

Assegnando ipotetiche ‘stelle’: da 1 a 5 quante per la vendemmia appena conclusa?
Da 3 a 4 a seconda delle varietà ovviamente.

 

Quali le malattie della vite maggiormente riscontrate?
Soprattutto la botrite, che ha colpito le varietà più precoci (Pinot Grigio, Chardonnay, Müller Thurgau, Lagrein, Teroldego) ed è per questo che la definirei una vendemmia “di corsa” in quanto non si poteva lasciare l’uva in vigna qualche giorno in più per paura del degrado qualitativo causa botrite.

 

Invece per quanto riguarda le varietà più tardive (Merlot, Cabernet) soprattutto nelle alte colline, durante l’episodio piovoso di fine agosto la maturazione dell’uva doveva ancora venire e conseguentemente abbiamo avuto meno problemi di attacchi di botrite e la marcescenza è stata meno accentuata.

 

A giugno invece qualche caso di peronospora ma che non ha inciso in maniera importante dal punto di vista quantitativo.

 

Più quantità o qualità delle uve?
2020 una buona annata: buona quantità e qualità delle uve, vendemmia positiva nonostante le condizioni climatiche non siano state favorevoli.

 

Annata da vini bianchi o rossi? Sempre in prima fila gli spumanti?
Sicuramente è difficile da dire questo adesso, ma gli spumanti penso siano uno degli indirizzi enologici che ci contraddistingue, quindi diventa importante ottenere delle basi spumanti notevoli.

Nelle zone medio basse si è partiti presto, ad agosto, con temperature anche notturne mediamente elevate, l’acidità tendeva a ridursi in maniera consistente, quindi direi che è stata una vendemmia molto veloce. Nelle zone più collinari, più tardive, invece si è potuti andare in maniera più lenta e scegliere quando vendemmiare proprio perché c’è stata questo aspetto favorevole della sanità che si è mantenuta, per cui è stata una vendemmia anche per le basi spumanti lunga perché si è partiti precocemente nelle zone di fondovalle ma si è finiti anche più tardi nelle zone di collina. Solitamente il tempo che ci si mette dall’inizio della vendemmia alla fine della vendemmia degli spumanti è di 20-25 giorni, quest’anno è stato un po’ più ampio proprio perché le condizioni climatiche che si sono verificate a settembre hanno rallentato un attimo la maturazione e questo per le zone di alta collina è stato solo un vantaggio.

 

La FEM ha sperimentato nuove tecniche di coltivazione della vite o nuove varietà tolleranti? Ci sono già dei riscontri?
Nessuna grande novità ma quello che ha inciso di più negli ultimi anni è l’utilizzo delle macchine sfogliatrici ad aria compressa che danno una grossa mano nella pulizia del grappolo e di conseguenza nella minor insorgenza di botrite e di marciumi. Fondamentale è l’equilibrio vegeto produttivo del vigneto per cui i vigneti equilibrati sono quelli di annate difficili: hanno una marcia in più nella gestione complessiva delle malattie ma anche nella qualità del prodotto uva che si ottiene su quelle viti lì.

Nuove varietà resistenti ci sono già dei riscontri positivi su alcune cultivar (vedi  Solaris, Johanniter, Bronner, Souvignier Gris, che sono varietà sicuramente già  coltivate e in osservazione, alcune di queste in certe zone sono sensibili al Black Rot che è una patologia secondaria che normalmente non  riscontriamo ma quando vai a ridurre la difesa fitosanitaria contro  i funghi, compare, soprattutto  nelle zone più umide (Valsugana).

 

Per avere ulteriori riscontri bisognerà attendere la fine del…ribollir dei tini.